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Visualizzazione dei post da febbraio, 2011

Considerazioni “quasi”a freddo

Ho scritto parecchio nel mio libro su di me, ma mai avrei pensato di raccontare una guerra. Mi è esplosa fra le mani ed è risuonata deflagrando nella testa e nel cuore attraverso poche parole dette: “Mamma, ci stanno abbandonando”, e poi ancora: “Mamma… se riusciremo a tornare…” Sono parole che una madre non dovrebbe mai sentir dire dai propri figli. Eppure è andata così. Loro risiedono in un quartiere a circa dieci chilometri dal centro di Tripoli. E’ un piccolo paradiso, casette che si affacciano sul mare, pochi essenziali negozi: un minimarket, il medico, la farmacia. Li vivono tante famiglie, tantissimi bambini, tutti espatriati, tutti lavoratori in quella terra dove il deserto si sta mangiando la vita e l’intonaco… grigio, dello stesso colore della polvere. La risonanza di ciò che sta accadendo la rende secca al telefono. Mi chiede di parlarle in codice, come nei film, perché sono controllati e non possono parlare chiaramente: “Com’è il mare li da voi?” “Sta inizia

sono tornati

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Il rientro della mia famiglia Il rientro

In attesa di un ritorno

Le notizie non sono confortanti. Anzi. Era un delirio annunciato. Da giorni le parole si rincorrevano, le immagini si tingevano di colori variabili dal rosa scuro al rosso sangue. Quel rosso che da giorni bagna le terre del Nord Africa. Stamattina ho sentito la sua voce. Non era quella solita, non era quella che da qualche giorno scherzava dicendomi: "stai tranquilla, qui siamo al sicuro". Oggi mi ha detto: "mamma, ci hanno abbandonati". E' in parte vero. Loro sono gli insegnanti, italiani, dei figli dei dipendenti di una grande società petrolifera. Questa mattina hanno imbarcato su di un loro aereo privato ed hanno portato via tutti gli italiani. Tutti, tranne loro. Quei responsabili, loro amici, che hanno omesso di dir loro "guardate, domani arriva un aereo". No, l'aereo è partito questa mattina, senza di loro. E' l'ambasciata che ora deciderà. Agli italiani che lavorano all'estero vien tolto loro il passaporto perchè hanno diritto a

Ci risiamo

E' tornata, la sottile agitazione. Quella che mi teneva insonne a guardare lo schermo spento del televisore. Quella di qualche anno fa. Quella di quando aprivi i quotidiani ed ogni volta giungevano notizie sconfortanti. Il panico... bieco ed infido compagno. Non per me. Io vivo in un paese dove tutto pare tranquillo, dove la pizza, la mafia ed il mandolino sono le nostre carte di presentazione all'estero. L'estero. E' quello che mi spaventa. La mente, terribile compagna, attiva, a volte troppo. Arriva prima del ragionamento costruttivo, vola ed immagina tragedie. Non posso razionalizzare, è più forte di me. Ma come essere tranquilli in un momento dove l'effetto domino delle guerriglie e delle rivolte era già nell'aria. E tu rivivi i momenti in cui la sentivi al telefono, serena, che cercava di calmarti, mentre in lontananza gli spari dei fucili si facevano sentire. L'Africa... un mondo meraviglioso dove la morte gioca con l'uomo, tenendolo saldamente pe

Stylish Blogger Award

Ringrazio di cuore Lilly per avermi assegnato lo Stylish Blogger Award e contraccambio la stima e l'affetto non solo come blogger ma come donna ed amica. Questo Blog è cresciuto come un bambino, nutrito, dissetato, amato ed in cambio ho ricevuto la forza per renderlo, in parte, pagine da sfogliare, nido per accogliere gli amici, scuola per imparare dalle parole altrui. Di tutto questo... grazie anche a voi! Il regolamento prevede che vi dia sette informazioni su di me: 1) Chi sono? Sono prima di tutto la frase che maggiormente mi rappresenta: "Io sono la mia voglia di essere, io sono il coraggio di chiedere anche quando è illecito farlo, io sono parole indicibili e frasi d'amore, io resto quella che sono ... una donna che chiede, che scrive, che vive" 2) Sono una donna che ha deciso di ricominciare partendo da se stessa, attraverso i propri desideri. Perchè bisogna vivere ora. 3) Sono "bipolare": allegra e seria , trasgressiva e tradizionale, fantasi

Un ringraziamento ad un Blog speciale

Ringrazio Paperblog per aver pubblicato il mio post "La forza delle donne" . Una sorpresa inaspettata, che mi ha commossa. Grazie Joh

La forza delle donne

Non so come sono arrivata fino a questo punto. Credevo di non farcela. Ho tirato un lungo, infinito, sospiro ed ho iniziato a fare, organizzare, prendere e lasciare. Ho teso la mia vita come una corda di violino, sapendo che quello che sentivo era musica, malgrado la mia difficoltà nel pizzicarne le corde. Quando sei in corsa e sai che devi arrivare alla fine, le forze che credevi nascoste si ampliano, ti abbracciano, ti sorreggono. La vita si dipana dal suo groviglio, nodo dopo nodo, fino a formare l’arazzo che avevi immaginato. I colori si manifestano brillanti, al tatto la trama da ruvida diventa seta sotto le tue piccole dita. Fanno male, a volte bruciano. Il filo diventa corda ruvida e tu cerchi di tenderla quasi allo stremo delle forze. Non devi cedere… sei quasi alla fine. Speri che le giornate si allunghino, non solo nel loro chiarore, ma che possano raddoppiare anche nelle ore. Hai bisogno di tempo per portare a termine il tuo lavoro. Vorresti una strada liscia sulla quale